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25.11.2018 - No alla violenza sulle donne, IC "Clara Levi"


Un binomio ossimorico per la giornata del 25 novembre

Cosa può esserci di più bello della poesia? E cosa può essere più odioso dell’assassinio di una donna da parte di chi afferma di amarla? In un viaggio ossimorico abbiamo voluto coniugare l’amore con l’odio, la poesia con il femminicidio e la violenza di genere. Di fronte al dramma che colpisce individualmente tante donne in Italia e nel mondo e che chiama in causa la coscienza collettiva, la nostra risposta è la poesia, come condanna alla violenza e come anelito di speranza. Poesia per aprire gli occhi, per urlare contro i soprusi, per non arrendersi.




TAPPE DEL PERCORSO

1) Questo lavoro si inquadra all’interno di un lungo percorso sulle discriminazioni e sugli stereotipi di genere che affrontiamo da due mesi per due ore settimanali.

Attraverso una breve presentazione ho fornito informazioni sulla giornata del 25 novembre, facendo riferimento alla storia e ai simboli.

3) Ho raccolto gli alunni attorno a un attivatore: la visione del video “Fermati finché sei in tempo”, realizzato dalla Croce Rossa Italiana per la campagna contro la violenza sulle donne. Ho scelto questo spot, perché si rivolge direttamente agli uomini risultando molto efficace. I ragazzi sono rimasti molto colpiti e hanno iniziato la fase successiva con la giusta predisposizione, concentrati e in silenzio.

3) Ho fornito agli alunni un foglio formato A5 di colore arancio per richiamare la simbologia della giornata. Il testo riporta la prefazione e un monologo tratti dal libro Ferite a morte di Serena Dandini e Maura Misiti. Attraverso la tecnica classica del metodo caviardage i ragazzi hanno in messo in luce le parole della loro poesia e hanno cancellato il resto, eseguendo poi un disegno sul foglio.

4) I lavori ultimati sono stati disposti temporaneamente su un cartellone a sfondo nero, che viene esibito all’ingresso della scuola.


Bibliografia

S. DANDINI – M. MISITI, Ferite a morte, Rizzoli



 

La lotta agli stereotipi inizia dalle immagini



Educare ai diritti delle donne è una sfida a cui mi sento sempre chiamata in causa. Mostrare attraverso le immagini che la discriminazione di genere è insita nel nostro DNA fa correre il rischio che al termine del percorso qualche alunno venga a dirti: “Prof, da questo momento ogni volta che guarderò la televisione non avrò più gli stessi occhi di prima”, oppure “Ora mi sento tanto triste per le donne che vedo così apparentemente belle in televisione, perché non sono libere di mostrarsi come sono”. Un lavoro di questo tipo fa leva sulla consapevolezza, non lascia pacifici e contenti, ma pone delle domande, delle questioni vitali, lascia dubbi, amarezza.

Di seguito sono presentate le tappe di questo lavoro infinito, che potrebbe continuare e sicuramente troverà nuovi agganci nello sviluppo delle tematiche inerenti ai Paesi del mondo, dove la discriminazione di genere resta purtroppo sempre di attualità.


FASI DELL’ATTIVITÀ

1) Ho sottoposto gli alunni a un gioco sociale, tratto dal libro A tavola con Platone di Serena Ballista e Judith Pinnock. Gli studenti hanno riflettuto sullo scopo dell’attività e hanno preso coscienza di essere portatori di pregiudizi e stereotipi

2) Ho successivamente proposto un attivatore per riflettere e avviare il pensiero critico: l’ascolto della canzone Se mi lasci non vale.

Abbiamo lavorato sul taccuino su uno schema a Y, in cui ciascun alunno ha fatto alcune considerazioni e connessioni con la canzone e si è posto delle domande.

Abbiamo analizzato, attraverso le storie riportate dagli studenti stessi, la percezione sociale del tradimento dell’uomo

3) Attraverso un ppt, ho fornito informazioni

· sull’UDI (Unione delle Donne Italiane) che nel 2010 ha lanciato una campagna contro il sessismo nella pubblicità;

· su Franca Viola e la lotta contro il matrimonio riparatore;

· sulla cronologia storica dei diritti della donna.

Gli alunni hanno così potuto inquadrare il problema a livello storico e politico.

4) Ho proiettato il documentario Il corpo delle donnedi Lorella Zanardo e successivamente ho chiesto agli alunni di riflettere su alcuni aspetti, sempre utilizzando il taccuino.

Nella lezione successiva, ho chiesto di condividere prima in gruppo le loro risposte.

Al termine, ho lasciato spazio affinché ogni gruppo, attraverso un portavoce, relazionasse brevemente su quanto emerso.

Gli alunni hanno ribaltato i propri punti di vista, dando inizio allo sviluppo di una visione critica. Hanno compreso che di essere abituati a recepire passivamente e acriticamente le immagini della televisione e dei mass-media e molti di loro hanno affermato che questa riflessione li porterà a modificare la propria visione.

5) Come lavoro finale ho pensato a un lavoro di gruppo che sintetizzasse l’intero percorso: gli alunni, suddivisi in gruppi da 4, hanno ritagliato immagini pubblicitarie da alcune note riviste e hanno analizzato su cartellino rosso le immagini “nemiche”, su cartellino “verde” quelle amiche, argomentando il loro giudizio.

Hanno cercato di capire quale idea della donna sia sottesa negli spot pubblicitari. Hanno trovato una grande preponderanza di immagini nemiche, contro una sola immagine che hanno ritenuto amica, che rappresenta una donna che lavora. Tutte le altre veicolano o l’idea di mamma e casalinga, intenta in lavori domestici e nell’accudimento dei figli, o di femme fatale, con pose e sguardi che vogliono sedurre l’uomo. In alcune immagini gli studenti hanno riconosciuto chiare allusioni al sesso. Inoltre, hanno notato come non vengano rappresentate donne di tutti i giorni, ma donne dalle forme magre e perfette. Questo approccio ha permesso di lavorare anche sulle competenze sociali e sulle abilità di argomentazione.


Per la messa a punto di questo lavoro, sono state utilizzate le seguenti fonti:

Il corpo delle donne di Lorella Zanardo

S. BALLISTA – J. PINNOCK,A tavola con Platone

S. BALLISTA – J. PINNOCK, Bellezza femminile e verità




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